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QUANDO LA SPIRITUALITÀ CI DISCONNETTE DA NOI STESSI: La trappola dello spiritual Bypassing

Stai cominciando a sentire che molti anni di yoga, meditazione o altre pratiche spirtuali non ti hanno aiutato a superare blocchi, ferite emozionali o traumi?


In qualche modo percepisci qualcosa di falso e narcisistico nel mondo della spiritualità?


C’è una risposta a tutte queste domande, e si chiama Bypass Spirituale.


Negli anni '70 alcuni maestri spirituali hanno sentito la necessità di portare la psicologia occidentale nelle pratiche dell'oriente: A. H. Almaas creatore del Daimond Approch, Eva Pierrakos con il Pathwork, e Osho, giusto per citarne alcuni.

Ma solo negli anni '80 Jonh Welwood, psicoterapeuta americano e praticante buddista, coniò il termine “Spiritual Bypassing”, in italiano Bypass Spirituale, per descrivere quel fenomeno nel quale le persone utilizzano varie pratiche o credenze spirituali per bypassare emozioni dolorose, ossia per evitare di affrontare traumi irrisolti o bisogni dello sviluppo.



“Quando stiamo bypassando spiritualmente spesso utilizziamo l'obiettivo del risveglio o della liberazione per razionalizzare ciò che chiamo “trascendenza prematura”: cercare di elevarci al di sopra del lato crudo e disordinato della nostra umanità prima di averlo affrontato completamente e fatto pace con esso”
Jonh Welwood



IL NUCLEO DEL BYPASS SPIRITUALE: LA DISSOCIAZIONE EMOZIONALE


Le emozioni, prese da sole, non sono di per sé né negative né positive, ma da bambini impariamo che non tutte sono benvenute, quindi iniziamo a reprimerle o a dissociarci da alcune di esse, ed è qui che comincia il problema.

La repressione di un'emozione ci porterà ad esprimerla in modo distorto.

Prendiamo ad esempio la rabbia.

Fritz Pearl, psicoterapeuta e fondatore della terapia Gestalt, vede la rabbia come un'energia vitale che, se espressa in modo sano, può esserci d’aiuto in determinate situazioni.

Se siamo stati trattati ingiustamente, magari da qualcuno che è passato sopra i nostri confini personali, la rabbia può essere un campanello di allarme e può darci l’energia necessaria per imporre noi stessi, ristabilendo tali confini.

Se crediamo che sia sbagliata, cominceremo col negarla o reprimerla, per poi canalizzarla ed esprimerla in modo negativo o distorto, con l'aggressione passiva o facendo sentire colpevole l’altro.

Ho utilizzato la rabbia come esempio, ma ogni emozione è dotata della propia intelligenza. Se tendiamo al “bypass spirituale” probabilmente metteremo l'etichetta di "positivo" o "negativo" su ogni stato emozionale.

Provare negatività rispetto a certe emozioni perpetuerà il nostro blocco emozionale, continuando a farci sentire disconnessi da alcune parti di noi stessi.

La negazione delle nostre emozioni ci porta anche alla negazione dell'emozione altrui, infatti anziché permettere all’altro di esprimere il proprio dolore o disappunto, potremmo etichettarlo come negativo o lamentoso.


Esiste anche il rovescio della medaglia.

Alcuni di noi potrebbero decidere di esprimere le emozioni in modo irresponsabile. Ma in questo caso l'espressione delle emozioni non sarà necessariamente di aiuto perché servirà solo a evitare di sentire ciò che si cela realmente al di sotto.


SEGNALI DI BYPASS SPIRITUALE

Trascendenza:

Nella trascendenza vogliamo andare “al di là di qualcosa” e in questo particolare contesto vogliamo trascendere la vita materiale.

Nel bypass spirituale la trascendenza è diventata malsana perché si traduce in evasione o disconnessione.

Nonostante la credenza nella “unità di tutte le cose”, questo tipo di trascendenza malsana tende a separare piuttosto che unificare e integrare quelle parti della nostra natura umana che consideriamo inferiori o negative.


Positività estrema:

Non c'è nulla di buono nell'essere negativi, ma nel contesto del bypass spirituale, essere eccessivamente positivi o gentili può diventare una negazione rispetto a qualcosa che vogliamo evitare di vedere.

La gentilezza in tale contesto può essere radicata nella paura del confronto rispetto a situazioni o persone.


Superiorità spirituale e narcisismo:

Se interiormente sentiamo di non valere abbastanza e abbiamo una bassa stima in noi stessi, alcune pratiche spirituali possono condurci alla sindrome del "Sono rivegliato e tu non lo sei".

Tutti portiamo dentro un bisogno di sentirci speciali e riconosciuti dagli altri, quindi potremmo abbracciare una pratica particolare per compensare quel determinato bisogno.


LA MEDITAZIONE NEL BYPASS SPIRITUALE


La meditazione, o ciò che oggi giorno viene chiamata Mindfulnesss, è uno strumento incredibile che può migliorare la qualità della nostra vita, e ciò è stato dimostrato anche scientificamente.

Esiste però anche un altro lato della medaglia.

Alcune forme di meditazione possono calmare la mente a tal punto da intorpidirci e allontanarci dal nostro dolore e dai nostri reali bisogni.

Durante la meditazione le nostre ferite emozionali potrebbero non manifestarsi, perché il focus è sulla nostra pratica. Invece molti meccanismi inconsci si manifestano solitamente attraverso le relazioni interpersonali.


D’altro canto, se siamo disposti a guardarci dentro senza paura, la meditazione può essere un’ottimo strumento in grado di aiutarci ad aumentare la consapevolezza sui nostri lati più in ombra.


LA COMPLESSITA E L’INEVITABILITÀ DEL BYPASS SPIRITUALE


Vorrei spiegare una cosa molto importante a coloro che si sentono giudicati leggendo questo articolo.

Il bypass spirituale non è qualcosa che scegliamo consapevolmente di fare, ma un atto automatico che dobbiamo comprendere a fondo.

Nel processo di crescita sviluppiamo molte “strategie di adattamento” per interagire con l'ambiente. Esse danno forma alla nostra personalità, che si disconnette dal nostro reale Sé.

Quando raggiungiamo l'età adulta queste “strategie di adattamento”, che ci hanno aiutato a sopravvivere e ad essere accettati durante l'infanzia, potrebbero essere diventate disfunzionali.

A questo punto potremmo decidere di abbracciare una particolare credenza o pratica spirituale per creare una nuova identità, che tuttavia è basata sulla vecchia identità disfunzionale.

Di solito questa falsa personalità porta ad abbracciare una particolare pratica o credenza spirituale, affinché possiamo trovare un nuovo modo che va a rafforzare le vecchie difese razionalizzandole.

A questo punto, questa nuova identità di persona spirituale è molto difficile da riconoscere perché ci ha permesso di sopravvivere ed è diventata come una seconda pelle.

Dentro di noi sentiamo che questa identità è necessaria alla nostra sopravvivenza, quindi abbandonarla equivarrebbe a rischiare la vita.


Prendiamo l’esempio di una persona che nel processo di crescita ha dovuto dissociarsi da dolori emozionali troppo forti per essere sopportati. Ebbene, questa persona potrebbe abbracciare una credenza che promuove il distacco dalla vita terrena.

Ciò che troviamo nel buddismo, ad esempio, non è intrinsecamente negativo, ma nel caso di questa particolare persona diventerà malsano perché proviene da una disconnessione dal suo vero sé.


COME EVITARE LA TRAPPOLA DEL BYPASS SPIRITUALE


Se sentiamo di essere caduti in questa trappola ne possiamo venir fuori iniziando a lasciar andare l'idea che qualcosa non va in noi.

Dobbiamo avere il coraggio di ammettere a noi stessi come ci sentiamo, cosa vogliamo e cosa non vogliamo, cosa ci piace e cosa non ci piace nella vita.

Dobbiamo permettere alle nostre emozioni più dolorose di emergere ed essere pronti ad accoglierle con compassione e comprensione.

Dobbiamo sviluppare la capacità di osservare le nostre attività mentali con sano distacco.

Il bypass spirituale è anche intimamente connesso al nostro Critico Interiore, quindi conoscere meglio questa struttura psichica può esserci d’infinito aiuto.

Se vuoi saperne di più ti consiglio di leggere il mio articolo.


Se ti senti toccato/a da questo articolo, e vorresti esplorare questo tema, contattami, la prima sessione introduttiva è gratuita.


Letture raccomandate:


A occhi aperti. Il discernimento sul sentiero spirituale

-Mariana Caplan (2020) Tlon


Toward a Psychology of Awakening: Buddhism, Psychotherapy, and the Path of Personal and Spiritual Transformation (2002)

-John Welwood


Spiritual Bypassing: When Spirituality Disconnects US from What Really Matters (2010)

-Robert Augustus Masters





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